UN PO’ DI DODECANNESO

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titolo : UN PO’ DI DODECANNESO
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UN PO’ DI DODECANNESO

di Ileana Izzillo

Ileana a Psilli Ammos
 


 

 
 

 

 

 
 
 
 
 
 
 

 

I Cavalieri di San Giovanni


Fortezza nella fortezza
fecero di necessità virtù
e di perdenza vittoria
 
da questo mozzicone
di pietra nella pietra
affacciato sull’orizzonte
 
abbracciarono l’oriente
di sangue e salvezza
con le braccia di croce

potenti più d’ogni altri
superbi di gloria e denaro
gettarono l’occhio al mare.
 

Dalla Fortezza dei Cavalieri di San Giovanni (Kos)












 
 

Giorno e notte a Patmos


 
Un nastro di strada annoda
la vita di vespa di Patmos
tra mare e mare

Al nostro passaggio china la testa
il sole nell’acqua come se fosse
attore consumato davanti
a gremita platea plaudente
che sprofonda nei rosa gravidi
di arancio e pennelli di indaco
raggrumati intorno alla barca
che fila verso terra bruna e scura
e si fissa tra iride e pupilla
Ad un’ora e una manciata di nastro
alzo l’occhio dietro alla tua nuca
ed esclamo al bagliore di mille lampade
che avanza dietro al nero promontorio
nel nero cielo sul nero mare
veloce corre la luce ad emergere
dal suo massiccio sipario di terra
per il mio stupore ed il tuo
a farsi luna. Grande come mai vista.

Un nastro di strada annoda
il giorno e la notte a Patmos
tra mare e mare.


Tramonto a Patmos











 

Senza Marzia


Dopo aver diviso il pane e i dolci,
il sorriso e il cruccio, il bello
- soprattutto il bello -
quanto è difficile incontrare
questa piccola rosea vespina piaggio
e quelle buffe anatre di mare
senza condividere con te
il salso e il sole
l’ombra del siliquastro
la musica orientale e i baklavà
come una volta
quando dalla tua gola gorgogliava
il riso di bimba
ora che sei una donna e altrove
giustamente ridi e canti
 
Vespetta rosa a Skala


 
 
 
 
 
 

 

 

 

Visto da me

 
Momento di pura delizia
ho fissato sulla retina digitale
come eterno palpito d’eterno

non me né il sorriso o la fronte
ma quello che sghembo
vedeva il mio occhio
mentre sdraiata sul muretto
a secco di Kohklakoura
raccoglievo il mare nell’anima

all’ombra del siliquastro
che carezzava la mia schiena
al ritmo di brezza leggera


Kohklakoura (Lipsi)


 





 
 
 

Di antico



Abbiamo spiato le ore
che precedono
un battesimo ortodosso

Le donne che lavano

i pavimenti di acqua profumata

e avvolgono di veli rosa
le colonne e il bacino lustrale

i fiocchi rosa e i fiori
che adornano biciclette e carrettini

La festa grande come l’isola di Lipsi
e la notte cantata e bevuta e mangiata
da tutta l’isola abbiamo spiato discreti.

 

Preparazione di un battesimo ortodosso
 
 
 
 
 
 
 


 

 

Aspronissi




L’isola di talco si tuffa
sfrontatamente nel turchese
invitante
come richiamo di sirene
come movenze di Calipso



Pino ad Aspronissi








  






Monodendri




 
Di Lipsi si dice
la piccolezza raccolta
ma mentono quelli
poiché non sanno il numero
dei passi che vanno a Monodendri
dove solo attende il pino forgiato
dal vento e dal mare

Con la sua ombra preziosa
protesa altrove
e le radici possenti
aggrappate alla roccia
spartisce il mare dal mare
ed offre ricovero e pace
salata.


Monodendri (Lipsi)

















Battaglia di Leros



Conflitto silente riecheggia altre battaglie
la più italiana tra quelle del Dodecaneso
colore panna e beige
ringhiere ai balconi di palazzetti liguri
oppure del razionalismo italiano di Lakki
 
La più onirica e surreale
con quei folli silenti
e innocui disseminati in famigliole
e pittoresche corti dei miracoli
sulle spiagge
 
La più greca di vele e imbarcazioni
di allegre cene grasse e grosse
che umiliano
le nostre tre portate
e la nostra precoce sazietà
 
E la memoria di una dominazione
- la nostra – incisa nelle case e nelle vie
che come tutte fu odiata
e ancora non trova oblio
ancora brucia.




Memoria d’Italia a Leros











 




La Panaghia dei Cavalieri






Da Pandeli spire di curve a gomito
rallentano l’ascesa verso il cielo
sferzata del vento che il crinale
di mulini raccoglieva
e il tratto all’occhio breve
si dilata nel tempo del pellegrinaggio
al castello ma più alla miracolosa Panaghia
la madre forte e potente di queste isole
che chiede e pretende la sospensione
del tempo e un’umile sosta
bilanciata da quella superiorità profonda
che suscita lo sguardo che mira
dall’alto Pandeli, Aghia Marina e Leros tutta.
 

Da signore, sire e sovrano
trecentosessanta gradi d’occhio
si sentono padroni dell’universo.





Dal castello di Leros















Neromylos

 

Che poi quando lo vedi
affiorante a pelo d’acqua
ti chiedi se non sia bicefalo,
se l’acqua sia quella motrice
e pure quella da cui è emerso
come Venere dalla spuma
 
Ma poi dimentichi subito
la spicciola filosofia
rapito dal profumo e dai sapori
che la cucina ti conduce
al palato e alle narici
colmando la beatitudine degli occhi.


Mulino ad acqua ad Aghia Marina (Leros)












Il battello di Dimitri

 
 
 Lo chiamano Dimitri
il capitano del battello che va a Nisyros
ma io so che è Ulisse
 
l’ho visto dormire scarmigliato
con i piedi grossi e callosi
di marinaio sempre in mare
 
tra i pacchi e le merci
che riforniscono la sua piccola
itaca di fuoco
 
mentre la sua Penelope
comandava il carico
e ne ordinava il destino
 
La sua odissea fa la spola breve
e muta la domenica per i gitanti
calzando scarpe e ordinando la chioma.
 
Il battello “ebro” di Dimitri (Kos – Nisyros – Kardamena)











 


Torpore felino

 
 
L’isola dei gatti esiste
ed è una immensa, beata,
libera colonia felina
affamata e molto giocosa
che prolifica salta, s’arrampica,
gioca, ti cerca e fugge.
E dorme
a Nisyros.



Torpore felino (Nisyros)














Caldera


 
Dante qui non c’è stato
eppure in quella mattina
credo di averlo incontrato
in questo paesaggio candido
surreale
 
se ne andava dal bar ombroso
verso la grande bocca degli inferi
sospinto dall’improbabile
musica irlandese che suonava
il barista
 
e poi è scomparso tra le polle
d’acqua bollente
e i soffioni e i crateri nei crateri
e il caldo accecante e bianco
del giorno insulare


Nella caldera di Nisyros














 

I Pesci di Avlaki

 
 
Qui pesci di ogni specie
vivi e nuotanti
e d'ogni materia e d'ogni mano

Ma tra tutti quelli argentei
col piccolo bottone caudale
nero come l'occhio cieco

e quelli arancioazzurrati
con le loro righe di colore netto
tatuate sul corpo snello e flessuoso

e i pesci ombra color della sabbia
che ora ci sono - in squadriglie aeree -
e poi non ci sono come foglie in volo

e i piccoli biforcuti neri
e i banchi di aghi da lana verdazzurrini
e quelli coi merletti alla pinne

qui

nel porticciolo
dismesso e diruto di Avlaki
tuttitutti danzano 

muti



Avlaki (Nisyros)















Altitudini

 
 
Di monti e strapiombi
l’anima di Nisyros si arrampica
verso altitudini perigliose
di antiche lave divenute rocce

 Nikià e il Paleokastro
e mille innominate vette e sentieri
sterrati stretti da baciare la pietra
per amore e per terrore dello strapiombo
 
e il ventre bianco del vulcano
che riflette incessante il bianco
e sonnecchia tiepido
in memoria di tempi di fuoco.
 
O in attesa

chissà.

Da Nikià (Nisyros).
 
 







 



 

Le farfalle del Porfyris

 
 
 La buganvillea del Porfyris
è un quadro vivente
I fiori se ne stanno immobili
A grappoli di splendente
rosa purpureo a lasciarsi
suggere da farfalle candide
in danza d’amore.




Le farfalle della buganvillea del Porfyris (Nisyros)
 
 






 





Antimachia

 
Antimachia conserva
- mentre tutta Kos muta -
conserva come museo vivente
la casa, gli oggetti, le foto
 
conserva con il sorriso
di quella ragazza
che narra il passato
e disseta il presente
- quando può -
con una bella cannata.

La casa tradizionale di Antimachia (Kos)











 

Asclepio

 
 
Se non muoio di insolazione qui
non morirò altrove di freddo o di paura
Così mi dicevo ascendendo
al santuario dei mille gradoni e templi.
 
Quanto piacque ai Romani
e poi ai cristiani
questa catartica purificazione della ascesa
la preghiera dei piedi
 
Ti saluto Asclepio
e con te saluto queste amate isole
e il loro mare amico.
 
Proteggi il mio viaggio
e accondiscendi al mio ritorno
Ancora per mille e mille volte.


Il santuario di Asclepio (Kos)





















ALTRE IMMAGINI:

Plenilunio a Patmos




Platis Gialos (Lipsi)



Decorazione per un battesimo ortodosso




Ileana ad Arki





Conquistata Monodendri (Lipsi)! In mancanza di bandiera,
irriguardosa ostensione dei pantaloncini di Pino




Pino alla conquista di Leros (Ancora?)






La miracolosa Panaghia del Castello (Leros)




Tramonto dalla Panaghia di Nisyros





Il porto di Avlaki (Nisyros)






Paleokastro (Nisyros)













































































Così l'articolo UN PO’ DI DODECANNESO

vale a dire tutti gli articoli UN PO’ DI DODECANNESO Questa volta, si spera in grado di fornire benefici a tutti voi. Va bene, si vede in un altro post articolo.

Ora stai leggendo l'articolo UN PO’ DI DODECANNESO l'indirizzo del link http://unadestinazione.blogspot.com/2012/11/un-po-di-dodecanneso.html

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