Peloponneso ed Elafonisos 2014

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Peloponneso ed Elafonisos 2014

di Gianmaria Valente


Di solito viaggio in nord Europa ma non nascondo che la Grecia mi ha sempre attirato ed, avendo le ferie obbligate a Giugno, un caro amico greco che vive qui a Genova da tanto tempo mi ha consigliato vivamente il Peloponneso definendolo il cuore storico e culturale di tutta la Grecia, ottima meta per quel periodo ancora non affollato e con temperature più gradevoli rispetto alla piena estate.
Quindi il 17 Giugno io, mia moglie e mia figlia undicenne, ci siamo imbarcati su un volo Ryanair all'aeroporto di Orio al Serio alla volta di Atene dove abbiamo noleggiato un'automobile.
Come prima meta ci siamo preposti due notti nella cittadina di Nafplio, un po' per la sua discreta vicinanza alla capitale e, soprattutto, per la prossimità ad importantissimi siti archeologici dei quali parlerò in seguito.
Arrivati nel primo pomeriggio, ci siamo sistemati all'Hotel Latini (€55 a notte la tripla con colazione, l'unico già prenotato dall'Italia), carino, pulito ed in ottima posizione centralissima vicino ai parcheggi del porticciolo.

Veduta dalla camera dell'hotel Latini

Nafplio è di origini veneziane, quindi piuttosto simile nell'architettura a località nostrane  ma, molto vivace ed allegra, con i suoi castelli (uno sulla collina soprastante ed uno su di un isolotto di fronte alla cittadina), i pittoreschi vicoli, le innumerevoli taverne e negozi di ogni genere.

Nafplio, la piazza principale

Vicolo di Nafplio 
Il Bourtzi, castello veneziano a difesa del porto

La mattina seguente, dopo un'abbondante e squisita colazione, siamo partiti per Epidauro alla volta del santuario di Asclepio col suo celebre teatro classico
Il colpo d'occhio è unico;

Teatro di Epidauro

realizzato nel 340 a.C., il teatro di Epidauro è ineguagliato per proporzioni e resa acustica: ci siamo seduti sulla gradinata più in alto ed abbiamo potuto constatare di persona la perfetta udibilità di cio che dicevano gli altri visitatori laggiù in basso sull'orchestra!

Teatro di Epidauro

Interessanti anche le adiacenti rovine del santuario di Asclepio, che poi era un centro di pellegrinaggio dedicato ai problemi di salute ed il relativo museo.
Nel pomeriggio ci siamo rilassati un po' sulla spiaggia sabbiosa di Karathona, a 10 minuti di auto da Nafplio, discreta e con un bel fondale ricco di pesci, paguri e stelle marine, ma niente di paragonabile a quello che avremmo visto nei giorni successivi più a sud.

Karathona

Il terzo giorno lasciamo Nafplio in direzione nord verso l'antichissima Micene con la sua celeberrima "Porta Dei Leoni" di scolastica memoria.

Vista complessiva dell'Acropoli di Micene

Micene, "Porta dei Leoni"

Davvero impressionanti le enormi pietre squadrate che compongono le mura delle cittadella: si capisce perchè i greci classici, 1000 anni dopo la loro costruzione, le credevano opera dei mitici Ciclopi! 

Micene, le mura "ciclopiche"

Giunti sulla sommità ci si rende conto dell'importantissima posizione strategica dell'insediamento, con ripide montagne alle spalle ed una grandiosa vista verso est che spazia a 180 gradi verso la piana sottostante ed i monti verso ovest.
Dopo la visita al bel museo con ricchissime collezioni di ceramiche, monili ed armi in bronzo, scendiamo a vedere il famoso Tesoro di Atreu o Tomba di Agamennone

Micene, alcune ceramiche esposte al museo


Questa è un'enorme tomba a "tholos", strutturalmente simile a quelle a tumulo ben più antiche che ho visto nella mia amatissima Irlanda ma molto meglio realizzata, con pietre perfettamente tagliate ed alcune di dimensioni davvero immense (l'enorme pietra sopra l'entrata è l'architrave più grande al mondo, misura circa 8.3 x 5.2 x 1.2m ed ha un peso stimato intorno alle 120 tonnellate!).

Micene, il Tesoro di Atreu, o Tomba di Agamennone

Micene, l'ingresso della Tomba di Agamennone dall'interno

Dopo una rinfrescata partiamo verso sud in direzione della prossima meta, la rocca di Monemvasia.
Attraversata la cittadina di Argos siamo giunti a Kiveri, sulla costa, che abbiamo seguito verso sud fino a Leonidio dove la strada svolta verso l'interno inerpicandosi sulle selvagge montagne dell'Arcadia. Prima di lasciare il litorale ci siamo fatti un bagno rigenerante nella pressochè deserta spiaggia di ciottoli di Lakkos. 


Lakkos

e ci siamo rifocillati in una taverna adiacente con insalate greche (e birre) di proporzioni titaniche.
Salendo sempre più in alto, tra canaloni rocciosi e pareti a strapiombo,

I monti dell'Arkadia, poco oltre l'abitato di Leonidio

ci siamo sentiti perduti nel nulla e non abbiamo incontrato più segni di civiltà per mezz'ora fino al fresco paese montano di Kosmas, dove abbiamo proseguito fino ad un altopiano tra pascoli ed abetaie raggiungendo l'agognato valico verso la Lakonia orientale. 
La tipologia e qualità delle strade ha allungato notevolmente i tempi di percorrenza, ma ne è valsa la pena, visto che fino all'occidentale Messinia non abbiamo più visto tanto verde assieme. 
All'ora di cena siamo finalmente giunti nell'incomparabile Monemvasia -che ho scelto per la mia passione architettonica- all'interno delle cui mura abbiamo pernottato nella pensione Ritsos (€60 senza colazione), un autenticissimo appartamento storico con soffitto a volta ed enorme camino, ma un bagno davvero troppo piccolo e spartano (peccato).

Monemvasia, Ritsos Guesthouse

Dunque, Monemvasia è semplicemente eccezionale!